Famiglia : Lentibulariacee – L’erba vescica è una pianta perenne che galleggia libera sull’acqua. Possiede lunghi fusti sottili (fino a 70 cm) scarsamente ramificati. Le foglie, alterne, raggiungono gli 8 cm di lunghezza e si suddividono in numerosi lobi principali, a loro volta incisi. Si hanno così delle sottili strisce pennate, munite di molte vescichette piriformi (4 mm di sezione). Prima della fioritura, tali vescicole si riempiono d’aria per sostenere tutta la pianta alla superficie, anche se la loro funzione principale è quella di catturare piccoli animali acquatici : l’erba vescica è infatti una pianta carnivora. L’apertura di ogni vescica è perciò provvista di lunghe ciglia e protetta da una fine membrana «a senso unico»: infatti può aprirsi solo verso l’interno in modo da far entrare le minuscole prede catturate impedendo loro l’uscita. Non appena viene sfiorata, la vescicola si contrae aspirando la preda, che verrà poi uccisa per mezzo del liquido secreto da piccole ghiandole poste lungo le pareti. Lo stesso liquido assicura la digestione dell’animale i cui materiali sono successivamente assimilati dalla pianta. L’ininterrotta formazione di nuove vescicole sulle foglie è facilmente osservabile: le ultime infatti sono rossastre, mentre le vecchie sono azzurre. Da giugno ad agosto si vedono comparire in superficie lunghi steli fiorali che reggono infiorescenze pauciflore (da 4 a 15 fiori ciascuno). Il calice è rossastro; la corolla, bilabiata a forma di bocca, è di un giallo squillante. Il frutto è una capsula, ma la pianta si riproduce soprattutto per moltiplicazione vegetativa, grazie alle gemme che svernano sul fondo dell’acqua, e per mezzo di frammenti di fusto. Questa pianta vive nelle acque stagnanti, calde, con fondo limaccioso, ricche di animaletti. È diffusa in tutta Europa, in Africa del Nord, in America del Nord e nelle regioni temperate dell’Asia. Gli stessi luoghi possono ospitare Utricularia neglecta LEHM., Utricularia minor L., che è molto rara, Utricularia ochroleuca HARTM., e altre specie ancora. Notiamo a questo proposito che le piante carnivore sono quasi tutte piante di palude: la drosera, la nepente dei tropici sono tutte piante che in questo modo si procurano i nitrati di cui il loro ambiente naturale è sprovvisto.