La rivelazione della responsabile di Malattie infettive Annamaria Cattelan: “Avevano dato buoni risultati con altre malattie virali e hanno funzionato”
“Il tasso di mortalità tra i nostri pazienti è basso. Certo è presto per trarre conclusioni, ma forse utilizzare i farmaci precocemente può aver avuto un ruolo”. Lo ha detto oggi Annamaria Cattelan, responsabile del reparto di Malattie infettive dell’Azienda ospedaliera di Padova, nel corso di una diretta Facebook sull’emergenza Coronavirus.

“Fin dall’inizio – ha spiegato Cattelan – abbiamo utilizzato delle combinazioni farmacologiche che non hanno ancora avuto il supporto di studi solidi, farmaci antivirali in associazione con clorochina o idrossiclorochina, che ora sono stati registrati dall’Aifa per i pazienti affetti da Covid, e farmaci antivirali che a suo tempo abbiamo utilizzato contro l’Hiv come il Lopinavir/Ritonavir e il Darunavir/Cobicistat. Per quanto riguarda il Rendesivir, stiamo facendo un protocollo randomizzato con centri americani e cinesi; dai primi dati della pratica clinica sembra un farmaco capace ridurre in tempi molto rapidi la viremia da coronavirus, quindi di negativizzare il tampone e di far raggiungere la guarigione clinica”.

Oltre a ricordare la sperimentazione in corso sul Tocilizumab, Cattelan ha annunciato che presto l’Azienda ospedaliera avrà “altri farmaci antivirali ad azione diretta usati in passato sul virus influenzale e per sperimentazioni su ebola, che potrebbero essere usati nelle fasi molto precoci dell’infezione e quindi aiutarci a ridurre le ospedalizzazioni”.