Bitcoin, prezzi sotto pressione con l’incombere della recessione globale. Michael Novogratz, BTC è una questione di fiducia. Panic selling sull’oro digitale, la view di Josh Rager sulla criptomoneta più capitalizzata. Inoltre, i risultati di un sondaggio non promettono niente di buono.
Dopo il recente crac del Bitcoin (BTC), la fiducia nell’oro digitale da parte dei trader sulle criptomonete sembra persa. Un recente sondaggio di Bitcoinist, non a caso, rivela come il 48% dei partecipanti sia pessimista su BTC al punto da non escludere nuovi crolli delle quotazioni fino ai minimi del mese di dicembre del 2018, ovverosia in area 3.200 dollari in accordo con quanto è stato riportato da Christine Vasileva in un articolo pubblicato proprio su bitcoinist.com.

Dopo un periodo di relativa stabilità, la volatilità sulle criptomonete è tornata ad essere esplosiva, e questo contribuisce a minare la fiducia dei trader sul Bitcoin (BTC) e sulle poche speranze di rivedere l’oro digitale a prezzi ben più alti di quelli attuali anche perché per l’economia globale, a causa della pandemia da coronavirus, ad incombere è la recessione.

In realtà in passato il Bitcoin (BTC) ha beneficato di situazioni di crisi per apprezzarsi, per esempio superando i 10.000 dollari nella fase di massima tensione tra USA e Iran. Ed invece stavolta l’allarme globale relativo al coronavirus si è abbattuto sull’azionario e sul mondo crypto senza sconti.

SFIDUCIA SU TUTTO
Michael Novogratz ha spiegato il collasso dei prezzi del Bitcoin (BTC) proprio con il crollo della fiducia negli asset digitali, e comunque in un contesto di mercato globale caratterizzato da una fiducia che sembra essere evaporata su tutto.

Secondo Josh Rager, inoltre, le vendite sul Bitcoin (BTC) sono tipiche del panic selling con una fuoriuscita di denaro che non tornerà presto sull’oro digitale a meno che non si registri un rally furioso sul mercato azionario.