La zona del Caucaso (in rosso) dove vivono i Circassi

I Circassi, detti adighè (o adighi, in adighè: адыгэ, adǝgă, in russo: адыги, adygi) sono un gruppo etnico delle regioni a nord-ovest del Caucaso; appartengono a una delle più antiche popolazioni autoctone del Caucaso e sono tra gli abitanti originari della regione. La Turchia ospita la più grande comunità che contiene circa la metà degli adighi del mondo.

Adighè è il nome che usano i componenti di questo gruppo etnico per indicare il proprio popolo. Essi parlano una propria lingua, l’adighè. Il sottogruppo dei besleney parla invece un dialetto della lingua cabarda.

Nelle zone a ovest del Caucaso, in Circassia, gli adighè sono spesso conosciuti semplicemente come circassi, un termine che comprende varie tribù del nord del Caucaso in particolar modo del territorio di Krasnodar della Karačaj-Circassia nel bacino superiore del Kuban’ e nell’Abcasia con cui la Circassia storica confina. I circassi parlano una loro lingua classificabile come sottogruppo della lingua adighè.

Essi furono i detentori del potere sovrano in Egitto, nel corso del sultanato mamelucco.

Furono espulsi dalle loro regioni natali alla fine del XIX secolo, dopo una serie di rivolte contro il potere russo zarista. Essendo musulmani trovarono rifugio nelle varie regioni che costituivano ancora l’Impero ottomano, grazie alle loro tradizionali abilità militaresche che li portarono a costituire anche la tradizionale guardia pretoriana del sultano di Istanbul.

Si costituirono comunità circasse — oltre a quella tradizionale egiziana — in Siria, Libano, Giordania (qui la comunità fu numerosa), Kosovo, Israele (nei villaggi di Kfar Kama e Rikhaniya, fin dal 1880), oltre che in USA, negli stati di New York e del New Jersey.

Gli adighè cominciarono ad apparire sulla scena caucasica intorno al X secolo a.C., anche se si pensa che la loro origine può risalire a molto più indietro nel tempo. Le varie tribù degli adighi non si sono mai unificate sotto un’unica bandiera, fatto questo che ha notevolmente ridotto la loro influenza sul territorio e che ha avvantaggiato nel corso dei secoli gli invasori: mongoli, avari, peceneghi, unni e cazari.

Questa mancanza di unità è costata infine agli adighi una vera indipendenza quando furono sottomessi dai russi dopo una serie di guerre e di campagne militari verso la fine del XVIII secolo. Dopo la guerra di Crimea, la Russia volse le proprie attenzioni prima verso la Cecenia e il Daghestan; poi, quando nel 1859 sconfisse Imam Shamil, leader dell’Imamato del Caucaso, ad est, cominciò a sottomettere anche gli adighi in un processo che durò fino al 1864, chiamato genocidio dei circassi, e che ebbe le punte massime a Soči. Questo genocidio, però, è veramente poco conosciuto.[non chiaro]

Come le altre minoranze etniche soggiogate dai russi, anche gli adighè furono sottoposti ad un massiccio riassetto sociale e politico che raggiunse il picco con le collettivizzazioni totali delle campagne nel periodo comunista.

La cultura

Gli adighè erano considerati un popolo di guerrieri. La quasi totalità degli uomini conosceva le arti del combattimento e potevano essere considerati soldati, mentre i bambini venivano sottoposti in tenera età a duri addestramenti.

La società degli adighè poteva essere considerata in passato una società di tipo matriarcale. Le donne, infatti, combattevano al fianco dei loro mariti durante le battaglie ed erano per questo stimate quasi al pari degli uomini.

Prima dell’invasione russa, la società degli adighè era notevolmente stratificata. Solo poche tribù delle regioni montagnose dell’Adighezia potevano fregiarsi di una certa uguaglianza a livello sociale, mentre la maggior parte dei sottogruppi erano suddivisi in molteplici caste. La più alta di queste era quella del principe, seguito da nobili, semplici cittadini, servi e schiavi. Nel periodo antecedente la dominazione russa, due tribù cominciarono al loro interno un relativo processo di democratizzazione sociale ma questo “esperimento” durò ben poco perché persero presto la loro indipendenza.

Oggi molti adighè parlano il russo e/o l’originaria lingua adighè, facente parte della famiglia linguistica delle lingue caucasiche. Come il russo, anche l’adighè è scritto con l’alfabeto cirillico.

La religione predominante tra gli adighè è l’Islam sunnita.

Sottogruppi
Le principali tribù adighè sono:

Abzekh
Adamey
Bzhedugh
Hatukuay
Cabardi
Kemirgoy
Makhosh
Natekuay
Shapsigh
Zhané
Yegerikuay
Besleney

Molti adighè stanziati in Caucasia sono bzhedugh e kemirgoy, mentre la maggioranza di quelli coinvolti nella diaspora (vedi paragrafo successivo) sono abzekh e shapsigh.

La diaspora
Gli adighè hanno vissuto nelle regioni caucasiche sin dal Medioevo. Grazie alla loro fama di guerrieri, spesso facevano parte dei reparti d’élite nelle grandi armate dell’epoca, come quella dell’Impero persiano, dell’Impero romano, dell’Impero bizantino e del Khanato dell’Orda d’Oro. Erano ben rappresentati, inoltre, nella società dei mamelucchi in Turchia e in Egitto. La dinastia egiziana Burji, regnante in Egitto dal 1382 al 1517 fu fondata da mamelucchi adighè.

La quasi totalità della cultura adighè fu spazzata via dopo la conquista russa del 1864. Questo portò ad una diaspora dei gruppi adighè verso il nord-ovest del Caucaso, conosciuta come muhajirismo.[11] La più grande comunità adighè si trova oggi in Turchia, in special modo nelle province di Samsun, Balıkesir, Sakarya e Düzce. Altre significative comunità si trovano in Giordania, Siria, Libano, Egitto, Israele (nei villaggi di Kfar-Kama e Rikhaniya), Libia, Macedonia e Stati Uniti d’America (stato di New York e New Jersey). Una piccola comunità che si trovava in Cossovo è poi espatriata in Adighezia nel 1998[12].

Un’altra porzione di adighè si mosse in Bulgaria tra il 1864 e il 1865, ma di questo gruppo vi fu una dispersione totale dopo la separazione bulgara dall’Impero ottomano nel 1878; si stima che oggi vi siano in Bulgaria non più di 1000 adighè.