alan scussel morto per un boccone di traverso
Alan Scussel morto per un boccone di traverso

Il giovane, Alan Scussel, è soffocato da un boccone andato di traverso: la Procura indaga su un possibile errore medico

L’INCHIESTA
Al momento non ci sono indagati nel fascicolo aperto dal sostituto procuratore Roberta Gallego. Per gli accertamenti autoptici ha incaricato il medico legale Antonello Cirnelli di Portogruaro (Ve) che oggi procederà all’autopsia nell’obitorio di Belluno. Da una prima ricostruzione sembra che Alan sia morto dopo un intasamento da bolo alimentare. Insomma era effettivamente come ipotizzato dagli amici nel momento in cui l’hanno soccorso in quella terribile sera in pizzeria praticandogli la manovra di Heimlich, che prevede l’esecuzione di compressioni addominali al fine di far espellere all’individuo l’ostruzione che sta causando il soffocamento. Alan venne ricoverato subito in Rianimazione a Belluno.
Da quanto si è appreso sarebbe stato trovato del cibo che usciva anche a distanza di molti giorni e di conseguenza la procura vuole comprendere se le cure prestate al 35enne sono state corrette, o se c’è stato qualche errore.
In tanti ieri attendevano di conoscere la data dei funerali del giovane. Si era parlato di giovedì, perché in un primo momento sembrava che solo la Usl procedesse con un’autopsia, come avviene in questi casi con la consueta indagine interna. Invece lunedì pomeriggio la procura ha dato incarico al medico legale.

IL DOLORE
Alan Scussel era dipendente della Luxottica: allo stabilimento di Agordo lavorava all’ufficio tecnico. Ma il resto del suo tempo lo dedicava al volontariato, mettendosi sempre a disposizione di chi aveva bisogno. Toccante il messaggio del gruppo Protezione civile Voltago coordinato da Giuseppe Schena, che descrive bene chi era Alan: «Eri un pilastro per il nostro gruppo; rispondevi prontamente ad ogni chiamata e con quel tuo sorriso contagioso ci sostenevi e ci aiutavi nei momenti difficili. Davi sempre prova di grande risolutezza. Siamo stati a Padova in occasione dell’alluvione e a Pergola con l’emergenza neve da dove siamo tornati a casa spossati ma con una benemerenza, perché come eravamo soliti dire: Se le da andà a fa figure da ciocolatin le meio sta a casa. Oltre a queste trasferte, eri sempre disponibile per il tuo Comune e per i Comuni limitrofi, come quella volta ad Alleghe con la grande nevicata, poi in occasione di Vaia 2018, sempre bagnati fradici ma comunque felici per il semplice fatto di sostenere e di aiutare gli altri». Alan lascia i genitori Sandro e Morena Renon, anche loro dipendenti della multinazionale dell’occhiale.