Una delle categorie più penalizzate dal lockdown è di certo quella dei musicisti, artisti e operatori dello spettacolo. Il mondo della musica ha subito, fin dai primi giorni di epidemia da Covid-19 una battuta d’arresto e ancora non si sa quando potrà ripartire la musica dal vivo. In un periodo in cui moltissimi musicisti stanno sostituendo il pubblico live con quello social, Nick Cave commenta: “Esce un brano al secondo e si confondono i virtuosi con gli improvvisati, può davvero essere utile questo sistema?”

Un presente congelato, dunque, e un futuro abbastanza incerto per il mondo della musica e del teatro in generale, e giungono a caldo le riflessioni degli artisti: “Siamo stati i primi a chiudere e gli ultimi a riaprire. Al di là di questo momento in cui siamo tutti in casa e sfruttiamo il tempo per fare cose accantonate da tempo, la lunga prospettiva rappresenta una incognita enorme. Bisogna capire quando si potrà riprendere l’attività concertistica, in che misura, chi avrà ancora denaro da spendere in cultura. Sono questioni che vanno al di là anche della volontà dei singoli Stati perché le indicazioni sono quelle dell’OMS. Per il nostro settore la musica dal vivo è indispensabile, ma aggreghiamo gente e dunque andiamo contro le direttive sanitarie. Anche in fabbrica in parte è così, ma si riesce a immaginare un concerto con un pubblico distanziato?”