Il dramma del virus nel 2020 ha portato qualcosa di inaspettato: mai s’era visto in così poco tempo un balzo evolutivo che riguarda diversi settori, dalla medicina alla ricerca, dalla tecnologia al nuovo vivere della società. Secondo la sociologa e filosofa francese Christine Delphy, con l’emergenza coronavirus si sono dovute attuare delle forme avanzate di struttura lavorativa e di studio, che normalmente avrebbero impiegato molti anni ancora per vedere la luce in maniera così diffusa. Si parla quindi di “smart working” (tele lavoro) in primis, ma pure chirurgia robotica, studio approfondito della struttura genetica dei microorganismi, studio a distanza mediante piattaforme web, uso massiccio della videoconferenza. Uno scenario che fino a pochi mesi fa era etichettato come futuristico, lo stiamo vivendo proprio ora. I commercianti hanno dovuto implementare delle piattaforme web di e-commerce per sopravvivere, o comunque sfruttare dei sistemi elettronici per l’ordine e la consegna della merce; quegli stessi commercianti che si dichiaravano refrattari all’impiego della tecnologia. Eppure hanno dovuto imparare in fretta. L’impressione – sempre secondo Christine Delphy – è che l’umanità sia giunta a un punto di non ritorno.