Sono poche le notizie che trapelano dal San Raffaele di Milano riguardo le condizioni cliniche di Alex Zanardi. Come richiesto dalla famiglia, non vengono emessi bollettini sulle condizioni del Campione, a meno che non ci siano novità rilevanti, come accaduto pochi giorni fa quando si è deciso di trasferirlo in terapia intensiva. La scelta è stata ritenuta necessaria dopo che alcuni parametri erano risultati instabili, ma è bene ricordare come un processo di questo tipo possa richiedere tempi lunghi ed esiti anche altalenanti. Sapere però che la febbre riscontrata in un primo momento sia passata e che l’ex pilota non sia più intubato rappresentano però già un buon passo avanti.

Roberto Biagioni, il medico del 118 che gli ha prestato soccorso subito dopo l’incidente, sottolinea: “I pazienti che hanno subito traumi simili possono affrontare fasi di peggioramento, ma anche avere degli straordinari e repentini miglioramenti, persino quando le condizioni respiratorie siano pregiudicate“.

Ogni paziente in terapia intensiva impone la massima attenzione, e Zanardi ovviamente non fa eccezione. La situazione di Alex, però, diventa ancora più delicata in virtù dei tre interventi chirrurgici a cui è stato sottoposto e del mese di coma che si è reso necessario a causa della portata dei traumi subiti. La cautela diventa quindi massima ed è impossibile in questa fase fare previsioni sulla possibile evoluzione. Il professor Luigi Beretta, che guida la terapia intensiva neurochirurgica del San Raffaele, ha affrontato nel corso della sua carriera numerosi casi complessi, tra cui, come riporta l’Ansa, quello di una donna incinta, clinicamente morta dopo un’emorragia cerebrale fulminante, il cui corpo è stato tenuto in vita per nove settimane grazie alle macchine per far venire alla luce il figlio. Lui per ora preferisce non sbilanciarsi, ma in una realtà come quella dell’ospedale milanese l’ex pilota ha tutto il supporto necessario.

Le notizie che trapelano sono davvero pochissime, ma c’è un aspetto che genera sollievo: il campione paralimpico è in grado di respirare autonomamente e anche la febbre che era comparsa giovedì e che aveva spinto i medici a optare per il trasferimento nell’ospedale milanese sembra essere scomparsa. La situazione neurologica resta comunque di grande sofferenza, per ora è impossibile sbilanciarsi sull’evoluzione del quadro clinico.