“Ci sono più vaccini promettenti, 5-6 in fase avanzata, e anche l’Italia partecipa in diversi modi. A mio avviso il tempo ragionevole per pensare a un vaccino è primavera, estate prossima, non penso per settembre ci possa essere alcun vaccino disponibile – ha spiegato il dg dell’Aifa -, pur contando risultati molto buoni, come sembrano gli studi di fase 1. Speriamo l’anno prossimo e speriamo sia più d’uno e che le capacità di produzioni siano adeguate”. Queste parole, seppur incoraggianti, mandano all’aria le precedenti previsioni di un vaccino pronto già a settembre di quest’anno. Ma tant’è. In ogni caso nel pensiero comune alberga l’ipotesi che un vaccino risolutivo per il Covid-19 non ci sarà mai.

“Mantenere costantemente alta l’attenzione di identificazione dei focolai anche durante il periodo estivo”. In tal senso “globalmente mi sembra stia aumentando la resilienza da parte delle Regioni”, ha aggiunto il neo direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza nella conferenza stampa Iss -. Rezza ha evidenziato che dalla fase 1 alla fase 2 importanti sono la responsabilità dei singoli e la responsabilità pubblica in grado di rilevare piccoli segnali d’allarme.

“I dati del monitoraggio sono al momento incoraggianti. Ci dicono che il Paese ha retto bene le prime aperture del 4 maggio. Ma guai a pensare che la partita sia vinta. Serve massima cautela. Basta poco per vanificare i sacrifici fatti finora”, ha commentato il ministro della Salute Roberto Speranza.

In conferenza stampa intervenuto anche il direttore generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco, Nicola Magrini, che, in merito all’idrossiclorochina, ha detto: “Sull’efficacia sappiamo poco, sui possibili danni e assenza di sicurezza in alcuni limitati sottogruppi di pazienti ne siamo abbastanza sicuri”.