“Dagli all’untore!” si gridava un tempo, durante le epidemie di peste bubbonica. Oggi il presunto “untore” potrebbe annidarsi ovunque, essendo il coronavirus molto subdolo: un infetto asintomatico potrebbe essere in mezzo a noi, mentre facciamo la spesa o mentre siamo in fila. E potrebbe usare una mascherina non solo inutile ma addirittura dannosa agli altri. Vediamo quindi di scoprire la verità sulle mascherine, quali proteggono davvero noi e gli altri – Chirurgiche, FFP2 e FFP3, con filtro o senza: tutte le differenze

In questo periodo di confusione generale non c’è unanimità neanche sulle mascherine. Quali funzionano? Quali difendono gli altri e quali noi stessi? Ecco uno schema che riassume caratteristiche ed efficacia dei DPI, dispositivi di protezione individuale, per bocca e naso.

Con la classica chirurgica chi la indossa viene potenzialmente raggiunto dall’80% delle particelle pericolose. Ma il soggetto che le indossa non infetta gli altri. Poi ci sono quelle di categoria FFP, in gradi di fermare il virus in modo più deciso, ma attenzione: non tutte sono uguali. Anzi, le differenze sul grado di protezione per noi e per gli altri sono notevoli.

Ad esempio c’è la FFp2 con filtro. Chi la indossa ha il 18% di possibilità di contagiarsi ma l’80% di infettare gli altri se positivo al virus. Con la FFP3 con filtro c’è il 5% di possibilità di infettarsi, ma all’80% chi la indossa può infettare gli altri se malato. Le protezioni più efficaci sembrerebbero le mascherine FFp2 e FFp3 senza filtro o valvola, in cui le percentuali di contagiarsi e contagiare gli altri quasi si azzerano. Ma sono anche quelle meno facili da reperire ma anche da portare, dato che se correttamente indossate rendono difficile la respirazione.